venerdì 25 dicembre 2020

Gennaro, Maradona e Pelè


 

Mentre, al Bar dello sport, un gommista in pausa caffè asserisce che tra qualche anno si scoprirà che “il covid è stata la truffa del secolo”, e un oreri (perdigiorno) diplomato afferma che lui il vaccino non lo farà “perché siamo in Democrazia”, è ormai chiaro il metodo per classificare gli humani sui marciapiedi del 2020: 1) a mascherina alzata; 2) a mascherina abbassata. 3) senza mascherina (pochi, ma ci sono). I secondi scomponibili in, A ) a mascherina abbassata sotto naso; B) a mascherina abbassata sotto mento. Per amore di precisione, segnaleremo anche una variante: gli a mascherina abbassata sotto mento e sigarettedda in bucca. Troppo fighi.

Mentre tutto questo se passe dans les trottoirs, la terra (sferica, forse) continua a girare sul suo asse trascinando nel girotondo, a 1667 km/h (scusate la pedanteria), circa sette miliardi e settecento milioni (scusate l'approssimazione) di quadrumani in stazione eretta, pensanti (più o meno), quasi tutti con smartphone. Mammiferi di taglia media cui è cresciuto troppo il cervello.

Oltreché per il carogna-virus, questo 2020 verrà ricordato per un'altra cosa: i prodotti humani hanno superato la bio-massa; significa che grattacieli, automobili, vasi di plastica, scarpe, computer, TV, WC e tutto il resto, pesano di più di tutti gli animali e i vegetali messi insieme. Fantastico! Il pianeta (la superficie) è più artificiale che naturale. Ne abbiamo fatta di strada.

In effetti, se ci guardiamo attorno, abbiamo tutta l'aria di un'anomalia: se ci sono altri posti come il nostro, nell'universo, sono rari. Ha scritto un tizio - che s'è visto poco e niente al Bar dello sport - tal Steven Weinberg, 
"Osservando la natura, nel passato, l'impressione di essere dinanzi ad un progetto doveva essere enorme. La Terra è un luogo così confortevole e piacevole, e tutte le cose funzionano così bene. Tuttavia, a mano a mano che apprendiamo più cose sull'universo, esso non sembra più un luogo così amichevole, e noi risultiamo essere i vincitori in una lotteria cosmica”. 

“Poco amichevole...”, “lotteria cosmica...”, brutti pensieri assai, lasciamo a perdere. 'Sti cervelloni, poi, son fatti apposta per mettere malumore.

A Natale “vorremmo sciare” ma, disgrazia maledetta-fottuta-venuta dall'oriente, non potremo; “vorremmo strafogare in compagnia e sbevazzare quanto basta e di più”; ma non ci è dato; il Conte vietò; 70mila ne ha messi nella strada, di guardiani; e so sordi! Mica che no!

Certo il cenone ci mancherà. Molto; anzi assai. La bella lasagna, la cotica con lenticchie, gli spiedini; e arance, noccioline, spumantini, panettone e dolci; e chiacchiere, e dispute calorose: “chi era più forte Maradona o Pelè?” “Nessuno dei due, per me Gigggi Riva!”. “Chi capisce di più, Galli o Zangrillo?” “Nessuno dei due, per me la Capua!”. “Anche Sgarbi, però, buttalo via...”. 
I botti, quelli sono consentiti; pagu genti, bona festa; faremo a gara a fare casino con quelli del palazzo di fronte. Una volta a Napoli s'erano inventati il superbotto, 'o pallone 'e Maradona, tre chili di polvere pirica, una roba esagerata. Proibitissimo, mi pare; pericoloso per le dita. Ma Diego e il proibito -si sa- “stanno così”.

Sì, ci dispiacerà davvero; quel chiasso ce l'abbiamo nel sangue; roba di visceri; profonda; sedimento millenario; anarchici a casa nostra, autoritari col vicino di casa; semo mica fiji de nessuno. Però nun v'azzardate nuovamente; mai più senza cenone!

A proposito di sangue: quest'anno, in Cattedrale, San Gennaro fece il prezioso. Grande apprensione nel popolo, tentativi ripetuti, nulla da fare, non s'è sciolto. In compenso lo scioglimento del polo nord sembra ormai cosa fatta. Ce stamo a consolà.
E poi a tutto c'è una spiegazione; Gennaro è giustamente offeso: troppo clamore, troppa pazzia per Diego, e troppa gente, piccoli e anziani, a ripetere per vicoli e bassi, sino allo sfinimento, la famosa rima blasfema:

San Genna', non ti crucciare/ tu lo sai, ti voglio bene /ma 'na finta 'e Maradona/ squaglie 'o sang rint' 'e vene!

Ma se pò campà accussì?


                                                                                           Gigi Monello

giovedì 19 novembre 2020

Satana, trash-dance e gravitoni

 





Mentre, attorniata da tipacci tatuati, Angela da Mondello scuote la pelvi in una tecno-tribal-trash-dance, assicurando - dita sotto il mento - che “Non ce n' è”, Padre Livio da Radio Maria “flauta” dai microfoni che “C’è, ma è un progetto”. L'epidemia si intende. I pipistrelli non c'entrano; tutte frottole; è Satana a comandare la faccenda.

Al risuonare della parola “progetto”, ammetto di avere un riflesso condizionato: i tanti anni passati nella scuola dell'Autonomia me l'hanno resa sospetta. Eccomi dunque di fronte, dopo lunga esperienza di “epidemia del progetto”, al “progetto dell'epidemia”. Giochi del destino.

Che hanno in comune Angela e Padre Livio? Suppongo la disponibilità al pensiero magico; l'interpretazione che tende a stabilire nessi di causa-effetto tra cose materiali, senza darsi la pena di indicare un “mediatore fisico”. Struttura tipica della mentalità medievale. La civetta, tre notti fa, da un albero vicino al nostro tetto, ha cantato tre volte; segnale di sciagura. Ecco spiegata la febbre maligna che ha preso oggi la Sora Checca; e il suo probabile, prossimo schiattamento. Una cometa è comparsa in cielo, un mese fa: naturale, quindi, che da città lontane giungano notizie di bubboni, lesioni e putrefazioni. Governando gli Astri, Dio ci punisce. Preghiamo, dunque, ed espiamo; chè, forse, se va bene, la scapoliamo. Il pensiero magico non descrive, “vede” essenze dietro le cose; e predispone antidoti, scongiuri, esorcismi ed anti-spavento. Che è, poi, il segreto della sua longevità. Ma di mediatori fisici, non cura. Il medesimo uomo può pensare che il serpente avveleni mediante un liquido, e che il canto della civetta faccia ammalare senza contatto.

Ma se la magia accomuna Angela e Padre Livio, che cos'è che li fa diversi? Potremmo dire che la visione occultista della pelvico-schiamazzante (non ce n'è! non ce n'è! non ce n'è!) è di tipo negazionista-complottista-opportunista (il covìddi non è così diverso dall' influenza, solo che i potenti ne approfittano per diffondere il panico; negarci pizze, movide e discoteche, e ridurci in catene). Più avvezzo alle sale-lettura dei Seminari, il “flautante” Livio inclina, invece, verso un complottismo integralista-trascendente (l'infezione perniciosa non è natura, ma artifizio di menti criminali superdirette).

Ora, è qui che abbiamo il problema: tra fiamma che arde e acqua che bolle, c’è pentola che scotta; tra Conte dittatore sanitario e migliaia di medici di pronto soccorso che ricoverano malati con sintomi di polmonite, nulla è dato di trovare in mezzo; come nulla è dato trovare tra Satana e il Conte medesimo (sino a poco fa avvocato civilista); cioè le famose menti criminali – maligno-serventi - cui obbedirebbe.

A questo punto, si potrebbe pensare di risolvere la faccenda con il metodo Buzz Aldrin, il signore che dopo essersi fatto un culo così per andare sulla Luna, per decenni inseguito da squilibrato con Bibbia in mano, sfidante a “giurare mano sul Libro” di esserci veramente andato, non potendone più, all'ennesimo incontro tirò pugno sul naso del pazzo. Ma sarebbe un pessimo esempio. Da escludere. Oppure rifarci al notissimo aforisma di Oscar Wilde sulla vanità del parlare con gli idioti, invariabilmente capaci di “trascinarti sul loro piano e batterti con l'esperienza". Ma, a ben rifletterci, neppure questo sarebbe carino. Accantoniamo l'idea. Ci limiteremo, perciò, a presentare una modesta richiesta: Angela, Padre, voi che i nomi li sapete, fatecene uno; uno che sia uno; e ci accontenteremo.

Certo, gran bella questione, questa dei mediatori fisici. Pensate un po’ che sta al centro delle fisica contemporanea. Da quando Newton si “inventò” la forza di gravità è tutto un secolare scervellarsi su come sia possibile un' “azione a distanza”. Come fa il Sole ad attrarre Giove se in mezzo c’è il vuoto? Einstein, si sa, sparigliò alla grande: piantatela di cercare “forze”, è lo stesso spazio che si incurva per effetto della massa; ma non tutti rimasero soddisfatti, si incurva? e come? per incantesimo? Ci vuole il mediatore, una particella/onda, il “gravitone”. Stanno ancora cercandolo.

'Na roba imbrogliata assai, materia oscura, cosa da tempie tirate. Nel frattempo il video-clip di Angela ha raggiunto la bellezza di 1.622.491 visualizzazioni. Certo, moltissimi avranno aperto solo perché “attratti”; il Trash, se estremo, attira quanto un buco nero. Esilaranti i commenti: si va dal colpo di clava di, “A deficiente fracica”, al colpo di fioretto di, “Ti ringrazio, ero paralizzato a letto dalla nascita, ma sentendo il tuo video ho trovato la forza di alzarmi per cambiare canzone”.

Ma il mondo è di tutti. Come la spiaggia. E nel pazzo frullato internettiano dove tutto si mescola con tutto, ci piace immaginare il giorno in cui all' Influencer di Mondello verrà posta, sulla sabbia, fatale domanda circa i gravitoni.
Cosa risponderà? 
Provate a indovinare.


                                                               Gigi Monello                     

lunedì 18 maggio 2020

Reincarnazioni e fuga di una docente skazzata


Diviso in brevi capitoletti dai titoli eloquenti, questo prezioso libro tratta in forma narrativa degli ‘effetti indesiderati’ che l’insegnamento produce nella vita di chi la scuola la vive da dietro la cattedra e assiste impotente allo svilimento progressivo del nostro Bene Rifugio più importante.
Alla ricerca di un’esistenza fuori dal copione, una prof con la ‘testa sulle spalle’ lascia il cielo di Lombardia, “così bello quando è bello” (ma quando è bello?), per trasferire il suo privatissimo Genius in un altrove fatto di 50 metri di casa popolare, un’amaca sotto una pergola, un piccolo prato su cui camminare a piedi nudi e due rose da coltivare; il tutto in prossimità di un lago vulcanico.
Un piccolo sogno non esaudito è arsenico puro in tutte le pieghe dell’universo’- sentenzia -; l’antidoto? Latte e miele versato sull’altare di Artemide. Così la docente, convinta com’è che a 50 anni si debbano fare i conti con la vita e con la morte, mentre quella strega di Atropo prende le misure del suo filo… decreta sia giunto il momento di una ‘reincarnazione accidentale di percorso’ e di evaporare in un altro dove
Con gli occhi disincantati di chi nella scuola ha assistito e vissuto di tutto, la nostra ricercatrice-di-un-senso racconta con estrema lucidità, ma anche con disinvolta ironia, il gioco perverso che stritola senza scampo i docenti, quando essi non siano in grado di uscire dai suoi ingranaggi avviluppanti, che ammorbano anima e corpo. 
Skazzati o depressi…a ciascuno la scelta! A colloquiare e a raccogliere le confessioni-confidenze dell’io narrante è nientemeno che il grande Socrate, il Maestro per eccellenza, il vecchio Sileno, chiamato in causa con un gustoso dialogo fatto di botta e risposta. La materia è pesante, ma lo scandaglio affonda: ed ecco emergere generazioni di giovani tra pareti scrostate, muri ammuffiti e servizi mal funzionanti, giovani sempre meno attrezzati per diventare adulti e sostituire i vecchi; colleghi dagli sguardi muti o imploranti, che salutano ‘se stessi’ prima di entrare in rotta di collisione con orde di alunni petulanti. Come in un girone dantesco scorre e si perpetua, inesorabilmente, una vita scolastica priva di slanci e bellezza.
D’altronde come potrebbe essere altrimenti? Manipolata a dovere da sofisticati meccanismi economici, politici e culturali, la massa interpreta genialmente un copione,
che neanche Euripide ci sarebbe mai arrivato,…cucitole addosso in modo esemplare. Risultato: chi interpreta, ignora di farlo e sguazza nella sua parte, convinto, perché così gli viene fatto credere, di esserne fuori, di agire autonomamente, di poter scegliere e decidere della e sulla propria esistenza. C’è di che discutere ovviamente…
Resta lo sguardo attento e distante dell’insegnante, capace di sopravvivere nella scuola di (questa) massa, tenendosi ben aggrappata alla bellezza di Rilke, degli asfodeli e di pini secolari. Salvifico in tempi di Dad!

Paola Murru

Liceo Motzo, Quartu S'Elena



LO ZEN E L'ARTE DI SOPRAVVIVERE NELLA SCUOLA DI (QUESTA) MASSA
ovvero tutto quello che avreste voluto sapere sui
docenti skazzati ma che nessuno ha mai
avuto il coraggio di dirvi
autore: Maria Castronovo
euro 6
pp. 48
ISBN 978-88-902371-9-5
Scepsi & Mattana Editori