A fine settembre 1502, quattro signorotti dell'Italia centrale al servizio di Cesare Borgia, avendo visto il loro padrone – che già s'era preso la Romagna – prendersi anche Urbino e Camerino e fare calcoli su Bologna, temendo di fare la stessa fine, si trovarono con altri scontenti alla Magione, sul lago Trasimeno; e lì ordirono una congiura per abbatterlo.
Dopo i primi successi militari, sorsero però ripensamenti e il gruppo dei congiurati si sbandò. Subito, il Capitano della Chiesa tese loro la mano, proponendo di tornare amici e confermandogli terre e stipendi. Un incontro fu fissato a Senigallia, per il 31 dicembre; con ricco cenone - immaginiamo - a suggello della ritrovata armonia.
Oliverotto, Vitellozzo, Francesco e Paolo Orsini si presentarono all'appuntamento e vennero affabilmente accolti. Dopo una decina di minuti di sorrisi e convenevoli, improvvisamente il Duca si allontanò e i quattro furono circondati e legati. Oliverotto e Vitellozzo furono garrotati quella notte stessa (brutto capodanno), spalle contro spalle, con un unico laccio e torcolo. Per i due Orsini, ragioni politiche suggerirono di ritardare lo strangolamento di tre settimane.
Il notissimo – e mitologizzato – segretario fiorentino (Ser Nicolò), in missione sul posto, fece - abbagliato dall'energia - scrupoloso racconto al suo governo della bravura di quel Principe.
Lo stato-opera d'arte di Cesare Borgia si sfasciò sette mesi dopo e lui, terminati vagabondaggi e carcerazioni, andò a morire ammazzato in Navarra, circa 4 anni dopo, mercenario al servizio di un suo cognato.
Oliverotto, Vitellozzo, Francesco e Paolo Orsini si presentarono all'appuntamento e vennero affabilmente accolti. Dopo una decina di minuti di sorrisi e convenevoli, improvvisamente il Duca si allontanò e i quattro furono circondati e legati. Oliverotto e Vitellozzo furono garrotati quella notte stessa (brutto capodanno), spalle contro spalle, con un unico laccio e torcolo. Per i due Orsini, ragioni politiche suggerirono di ritardare lo strangolamento di tre settimane.
Il notissimo – e mitologizzato – segretario fiorentino (Ser Nicolò), in missione sul posto, fece - abbagliato dall'energia - scrupoloso racconto al suo governo della bravura di quel Principe.
Lo stato-opera d'arte di Cesare Borgia si sfasciò sette mesi dopo e lui, terminati vagabondaggi e carcerazioni, andò a morire ammazzato in Navarra, circa 4 anni dopo, mercenario al servizio di un suo cognato.
Dai Babilonesi ad oggi, la storia è piena di parole date e non mantenute, di vassalli ribelli “perdonati”; di tiranni trionfanti e, all'apparenza, duraturi. Si tratta solo di avere l'occasione - e la pazienza - di studiarla.
gm
prova di inserimento commento
RispondiEliminaSicuramente Prigogine, ha fatto molto male a fidarsi di Putin e la storia, ignorata, si è ripetuta. Ma dietro Putin c' è la Russia profonda, anche se in Occidente si ha una visione leaderistica della storia e si tende a credere che i popoli non c' entrino nulla, ma tutto sia fatto da Napoleone o Cesare o Hitler. Quindi dietro la guerra in Ucraina c' è solo Putin e la sua follia. Quindi molti si sono affrettati, compresa la nostra Giorgia, a vendere la la sua pelle e quella dell' orso russo, che però ancora non è stato catturato.
RispondiEliminaQuando l'Orso russo sarà governato da gente savia, nel quadro di una democrazia vera, allora verranno alla luce tutte le sue molte qualità. Alcune delle quali, al momento, "stanno in carcere".
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